Febbraio una volta era l’ultimo mese dell’anno ed era il mese della purificazione (februus: purificante).

Ora lo associamo in genere al mese di divertimento godereccio, grazie al carnevale, dopo un mese, gennaio, di letargo, detox e tanti buoni propositi da realizzare.

Ma febbraio è anche associato all’amore; cade infatti in questo mese la festa degli innamorati, San Valentino.

E proprio di amore vorrei parlarvi oggi. Ma non quello della festa che porta il nome del santo di Terni ma piuttosto di un amore più universale, un amore che si prende cura.

L’amore incondizionato che provano i genitori verso i propri figli, che li accudiscono e li vedono crescere e prendere la loro strada, anche se loro farebbero diversamente; l'amore ricambiato dai figli, che cambia con l'età, partendo da un amore smisurato quando si è ancora piccoli e indifesi, passando per una amore di 'costrizione'quando si sta crescendo e tutto quello che non siamo noi e chi scegliamo direttamente è visto come un 'lo faccio perchè devo' per arrivare ad un amore consapevole, alla pari, quando si diventa adulti e i ruoli tendono ad invertirsi.

L’amore dei nonni verso i propri nipoti e la propria famiglia, amore che con gli anni si intenerisce e ammorbidisce (quanti di voi avrete sentito dire dai vostri genitori che i nonni sono molto più affettuosi con i nipoti di quanto non siano mai stati con loro da bambini): i nonni che curano, che carezzano e che ci donano con i loro gesti, un po' anacronistici ai nostri occhi, tutte le cure che il nostro corpo, ma soprattutto la nostra anima, necessita.

L’amore per gli amici, quelli che ci sembrano insostituibili e quelli che insostituibili, quasi come fratelli e sorelle, lo sono per davvero: che si curano di sapere cosa facciamo, come stiamo e che, senza giudizio anche se non condividono, ci sostengono.

Ma anche l’amore per un animale che solitamente diventa ai nostri occhi molto più “umanoide” di tanti nostri simili per i quali ma soprattutto dai quali,  c'è un continuo prendersi cura per credere ogni giorno un po' di più che il mondo regala essere meravigliosi.

E l’amore per il proprio lavoro (ve lo auguro!) e per le proprie passioni, per le quali ci vuole tanto impegno e dedizione e cura, come per proteggere qualcosa di delicato.

Una delle pomesse più nobili che si possa fare è quella di prendersi cura del proprio compagno di vita, la propria metà della mela, ricordandoci che l’amore non ha sesso quindi poco importa se uomo o donna all'anagrafe, quel che conta è che sia la Persona che ci rende perfetti.

Platone ci diceva che “Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all’antica perfezione…”  e che “…Se questo stato è il più perfetto, allora per forza nella situazione in cui ci troviamo oggi la cosa migliore è tentare di avvicinarci il più possibile alla perfezione: incontrare l’anima a noi più affine, e innamorarcene. Se dunque vogliamo elogiare con un inno il dio che ci può far felici, è ad Eros che dobbiamo elevare il nostro canto: ad Eros, che nella nostra infelicità attuale ci viene in aiuto facendoci innamorare della persona che ci è più affine; ad Eros, che per l’avvenire può aprirci alle più grandi speranze. Sarà lui che, se seguiremo gli dèi, ci riporterà alla nostra natura d’un tempo: egli promette di guarire la nostra ferita, di darci gioia e felicità.”

Incontrare l’anima più affine e prendersene cura prevede amore verso il prossimo. Perché solo aprendoci verso gli altri potremo svolgere il compito più grande a cui siamo chiamati: portare amore nel nostro cuore.

E infine, l’amore per se stessi, la più grande forma di altruismo che possiamo compiere: prendiamoci cura di noi, con amore, permettendo così agli altri di fare altrettanto.

Basta ricordarsi, che il cuore è in grado di compiere magie e miracoli, buttandosi anche oltre gli ostacoli ma che va maneggiato con cura.

Be your Valentine, everyday.